Sono appena tornata dal "saggio di ginnastica" di Sofia all'asilo.
Niente salti mortali e triple piroette, per carità,
solo una normale lezione a cui i genitori potevano assistere,
 per vedere cosa combinano i loro pargoli nell'ora di ginnastica settimanale.
 Poi c'è stata anche la consegna dei diplomi, sissignori.






Appena arrivata all'asilo mi sono sentita "strana". Era la prima volta che partecipavo ad un incontro con altri genitori, la prima
volta che assistevo ad un momento " di passaggio" di Sofia
nella scuola materna.
Infatti, dopo la nascita di Amedeo, Sofia è rimasta
a casa per alcuni mesi, perchè per motivi organizzativi
e sanitari (non volevo mi portasse a casa un milione
di germi dato che c'era un neonato di 2400 kg)
ho preferito prendere questa decisione.
Quindi Sofia, e di conseguenza io, abbiamo perso
tutti gli altri incontri precedenti.

Dunque.

Primo:
 mi sono sentita immersa in un mondo di "mamme da asilo", quelle
che sono conosciute solo perchè mamme di xy.
Ho provato una strana sensazione.
Io, con le mie ballerine rosse, i jeans,
la cresta in testa (eh sì, l'avreste mai detto?)
ho capito di essere una "mamma da asilo".
Forse è stato uno di quei momenti
in cui capisci di aver chiuso un'era
e aperto un'altra.
Confesso di essermi sentita un po' a disagio.
Ma come?, mi sono detta,
sono già arrivata qui?
Sofia è già così grande?
Io sono già così grande?



Secondo.
Tutti erano armati di macchina fotografica,
cellulari e videocamere.
Io no.
Mi sono sentita un verme.
Nell'aria sentivi l'eccitazione
di circa 40 tra mamme,
papà e nonni, pronti ad immortalare
la capacità ginniche del principino/principessa di casa.
Erano più eccitati dei bambini.
Si sbracciavano per salutarli.
Io no.
La mia formazione montanara
mi porta ad una naturale riservatezza.
Confesso che l'idea di portare
apparecchiature elettroniche/fotocamere
non mi ha neanche sfiorato.
Ho pensato che non volevo
sovraeccitare Sofia o caricarla di aspettative
per questo momento.
L'ho vissuta come una lezione aperta,
non come la finale olimpionica dei 100 metri piani.
Con questo non giudico nessuno, per carità,
non sono proprio il tipo.
Semplicemente prendo atto delle mie
differenze.
E proprio per questomi chiedo:
Sono una brava mamma per Sofia in questo momento?
Non sono forse troppo concentrata su Amedeo
e sulle sue prime scoperte del mondo?
Avrei dovuto sbracciarmi di più?



PS: lei era la più piccolina di tutti, ha cercato di
fare diligentemente tutte le attività che il maestro
proponeva, e mi ha fatto
una gran tenerezza vederla relazionarsi
con gli altri bambini.
All'inizio,

quando l'ho vista entrare tutta concentrata,
m'è anche scappata la lacrimuccia,
lo ammetto.


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